Il cuore di Gramma Epsilon è collegare l’avanguardia femminile del presente con il clima di sperimentazione e con i movimenti di emancipazione che hanno avuto la donna come protagonista e che hanno preso vita negli anni Sessanta e Settanta. Abbiamo voluto documentare il lavoro delle artiste di quel periodo, una progettualità e una inventiva dalla forza straordinaria, ma ancora oggi poco conosciuta.

Franca Sonnino

_The Thinking Hands

A cura di Paolo Cortese e Francesco Romano Petillo

19.06-08.11.2025

A distanza di tre anni dalla grande antologica, organizzata in collaborazione con il MUACC di Cagliari questa esposizione, curata da Paolo Cortese e Francesco Romano Petillo, presenta al pubblico ateniese una selezione di opere che vanno dai primi anni ‘70 ad oggi e che restituiscono una chiara visione del percorso dell’artista romana, a giusto titolo considerata una delle madri della Fiber Art italiana.
Nei primi anni 70 Franca Sonnino realizza grandi tele dove con acrilico e tempera traccia linee, continue, tratteggiate o puntinate, che si intersecano e si sovrappongono, come in una fitta rete di trame e reticoli. Di pochi anni successivi sono i primi lavori dove l’artista sperimenta l’utilizzo di materiali provenienti dall’universo domestico e afferenti alla sfera femminile come filo, paillettes, merletto, tessuto. A mano a mano, il supporto della tela viene abbandonato e il filo prende il posto del pennello. Nei primissimi anni ’80 Franca Sonnino inventa il “filo solido”, un filo di cotone armato di filo di ferro, con il quale si accinge a disegnare il suo universo in 3D.

Elisabetta Gut

_Alphabets

A cura di Paolo CorteseRosanna Ruscio

13.03 - 13.06.2025

Si tratta della prima retrospettiva dell’artista italo-svizzera, scomparsa nel 2024. Sono esposti 70 lavori tra dipinti, collage, sculture e libri oggetto che coprono un arco temporale di sessant’anni.
La mostra vuole documentare il percorso artistico di Elisabetta Gut ripercorrendone le varie fasi a partire dai primi anni ‘60.
Dopo un primo periodo figurativo e post-cubista la sua ricerca si orienta verso il campo informale e proprio dai lavori polimaterici dei primi anni ‘60 si snoda il percorso espositivo della presente rassegna ateniese.
Si tratta di grandi tele, per lo più monocrome bianche, dove affiorano oggetti collegati alla memoria che l’artista recupera e organizza in una dimensione onirica e atemporale ma al tempo stesso molto materica.

Datano metà degli anni 70 una serie di sculture in perspex realizzate con quella particolare meticolosità e precisione quasi maniacale che caratterizzerà sempre di più il lavoro di Gut. Gli anni 70 sono senz’altro un momento molto fervido per l’artista che realizza anche altri importanti cicli di opere come la serie delle “Fughe” e quella degli “Aquiloni”. Si tratta di collage di legno e perspex, di impronta costruttivista, spesso di grandi dimensioni, dove elementi bidimensionali geometrici sono accostati e giustapposti secondo un ritmo musicale scandito da pieni e vuoti, da bianchi e neri. Sul finire degli anni ‘70 l’artista si avvicina alla Poesia Visiva, sviluppando una poetica del tutto originale che caratterizzerà il suo lavoro da quel momento in avanti.

 

Elisabetta_Gut_Alphabets_exhibition_in _Athens