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Nedda

Guidi

Gubbio 1927 - Roma 2015

Biografia

Compiuti gli studi universitari ha insegnato e contemporaneamente si è dedicata alla pittura e in  seguito alla scultura con il mezzo ceramico inteso come possibilità di molteplici sperimentazioni fuori dai canoni tradizionali. Dalla fine degli anni ’50 ha lavorato per temi e cicli progettuali in cui, di volta in volta, vengono affrontate problematiche dello specifico tecnico in relazione a quello dell’arte contemporanea. Dal 1961 al 1965 ha lavorato sul tema dei fogli, lamine di terracotta variamente trattate. Dal 1965 attua un esperienza modulare che improntera’ tutto il suo lavoro. Nal 1973 è  pervenuta alla composizione in laboratorio di argille colorate con ossidi metallici ottenendo risultati cromatici nella scultura. E’ presente dal 1961 in importanti rassegne in Italia: L’informale in Italia (Bologna 1981), Scultura e ceramica nell’arte italiana del XX secolo (Bologna 1985), Maestri della Ceramica (Faenza 1986), e all’estero: Praga, Ankara, Auxerre, Madrid, Seul e Giappone. Nel 2014 tiene a Roma una doppia personale con Rosanna Lancia nella gallleria Monserrato Arte 900 di Roma. Dopo la sua morte la Biennale di Gubbio le ha dedicato una antologica insieme a Mirella Bentivoglio.

Testo critico

“Il materiale ceramico è tanto suadente da costituire una vera trappola per chi la pratica. Si è sempre tentati di conservare le porosità e le screpolature al taglio del filo, i grumi degli impasti, di assecondare le venature occasionali, le striature della mano, le tracce delle cinque dita, gli strappi e le lacerazioni così affascinanti.
E poi le affumicature del fuoco, i bei bruno-neri che rimandano alla fucina di un vulcano o ai primordi dell’umanità. Si può parlare così di ritorno alle origini, dei quattro elementi pre-socratici, di atto riconciliante con la terra, terra-madre come di un ventre in cui possano placarsi le angosce e le scissioni di un mondo al quale non possiamo chiedere le risposte ultime della vita. Ecco che la ceramica celebra i suoi fasti e l’iperbolizzazione della sua bellezza della sua intrinseca bellezza in una sorta di abbandono risarcente, nella piacevolezza di una alta cucina che soddisfa la parte più sensoria di noi.Ma la ceramica non è solo questo. Può essere anche idea e problema che si materializzano, nello spirito di precisione, attraverso una costante elaborazione del materiale grezzo di cui si decantano le virtualità più appariscenti, restituendo alla ceramica la funzione dell’oggetto artistico.
Allora diventa limpida terracotta, chiara e sonante come una campana, cotta al punto giusto, lasciando al caso un margine molto ristretto dove inserirsi. E le tracce del manufare ridanno l’oggetto a se’ stesso, nel suo essere lì, pronto a provocare e sollevare interrogazioni sul come e perché è stato fatto.”

_Nedda Guidi