Elisabetta Gut
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A cura di Paolo Cortese e Rosanna Ruscio
Si tratta della prima retrospettiva dell’artista italo-svizzera, scomparsa nel 2024. Sono esposti 70 lavori tra dipinti, collage, sculture e libri oggetto che coprono un arco temporale di sessant’anni.
La mostra vuole documentare il percorso artistico di Elisabetta Gut ripercorrendone le varie fasi a partire dai primi anni ‘60.
Dopo un primo periodo figurativo e post-cubista la sua ricerca si orienta verso il campo informale e proprio dai lavori polimaterici dei primi anni ‘60 si snoda il percorso espositivo della presente rassegna ateniese.
Si tratta di grandi tele, per lo più monocrome bianche, dove affiorano oggetti collegati alla memoria che l’artista recupera e organizza in una dimensione onirica e atemporale ma al tempo stesso molto materica.
Datano metà degli anni 70 una serie di sculture in perspex realizzate con quella particolare meticolosità e precisione quasi maniacale che caratterizzerà sempre di più il lavoro di Gut. Gli anni 70 sono senz’altro un momento molto fervido per l’artista che realizza anche altri importanti cicli di opere come la serie delle “Fughe” e quella degli “Aquiloni”. Si tratta di collage di legno e perspex, di impronta costruttivista, spesso di grandi dimensioni, dove elementi bidimensionali geometrici sono accostati e giustapposti secondo un ritmo musicale scandito da pieni e vuoti, da bianchi e neri. Sul finire degli anni ‘70 l’artista si avvicina alla Poesia Visiva, sviluppando una poetica del tutto originale che caratterizzerà il suo lavoro da quel momento in avanti.