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Amelia

Etlinger

New York 1933 - 1987

Biografia

Dopo un’infanzia segnata da avvenimenti tragici, poco più che ventenne, Amelia sposa Louis Etlinger, dal quale ha tre figlie. All’età di 29 anni inizia a scrivere racconti e, dopo aver scoperto la poesia di Edward Estlin Cummings, inizia ad occuparsi di poesia visiva. Nel 1970, la sua poesia si trasforma, le parole usate prima come mezzo primario lasciano spazio ad una scrittura caratterizzata dal linguaggio dei fili. Nei primi anni 70 Etlinger entra in contatto tramite corrispondenza con Eugene Grominger, Ugo Carrega, Mirella Bentivoglio, Mary Ellen Solt, Emmet Williams, Paul Van de Vrees, Ellen Marie Helinka (Bissert) e Mike Belt. e il suo lavoro viene esposto a livello internazionale. Nel 1974, con l’aiuto di Ugo Carrega, espone per la prima volta in Italia al Mercato del Sale di Milano. Nel 1976 vince il Premio Fels, per le sue poesie e per l’intervista sulla rivista 13th Moon. Nel 1978 espone alla XXXIX Biennale di Venezia in occasione della mostra Materializzazione del linguaggio, curata da Mirella Bentivoglio.

Nel 1987 Amelia si toglie la vita.

Il lavoro e la poetica di Amelia Etlinger sono state poco riconosciute negli Stati Uniti mentre l’artista era in vita, tuttavia le sue opere sono state esposte a livello internazionale, e in particolar modo in Italia, dove sono state apprezzate dai teorici della Poesia Concreta e gli esponenti della Poesia Visiva. Sue opere sono conservate in prestigiose istituzioni come la New York Public Library, il Getty Museum negli Usa e il MART (Italia.) Recentemente i suoi lavori stata esposti in gallerie private (Galleria dell’Incisione di Brescia, Osart Gallery di Milano e Gramma_Epsilon Gallery di Atene) e sedi istituzionali (MART e FM Centro per l’Arte Contemporanea, Kunst Merano Arte).

Testo critico

“Vi riesce in due modi: mascherandolo e confondendone i limiti. Elemento linguistico è il nodo, il lustrino, il frammento vegetale, il polline secco; e dietro alla struttura con cui collega i fili nei suoi arazzi poemi (tapestry-poems) si nasconde sempre l’itinerario non più rintracciabile della scrittura di una parola.

La Etlinger equipara materiali naturali e artificiali, segni codificati e simboli non inventariati; tutti insieme li affida a messaggi postali.

Come respingendo se’ stessa trasforma la busta in epitaffio e la metamorfosi è nella nostra facoltà di ricevere; il fagottino si apre, il cammino si fa all’inverso, ciò che era dentro viene alla luce, da strati incerti.”

-Mirella Bentivoglio