Maria Jole
Serreli
Biografia
Maria Jole Serreli è pittrice, scultrice, fiber artist e performer, capace di declinare i differenti linguaggi dell’arte contemporanea secondo una cifra personale e sempre riconoscibile. La sua ricerca è una ricerca di legami e connessioni: con la natura, con le persone, con gli oggetti che racchiudono memoria e attraverso la sua elaborazione diventano contemporaneità.
Nata a Roma nel 1975, vive e lavora a Marrubiu, in Sardegna. La sua prima mostra personale risale al 1999. Nel 2010 vince la borsa di studio “Workshow, laboratori creativi in rete”, residenza artistica a San Sperate, presso la Scuola internazionale di scultura: qui conosce Pinuccio Sciola, alla cui memoria e al cui magistero rimane profondamente legata. Nel 2015 partecipa alla “Residenza artistica Cosenza 2015” e fonda a Marrubiu, suo paese natale, The Art House Space, un progetto di casa-atelier, con l’obiettivo di farne un luogo di scambi e condivisione artistica. Da alcuni anni è impegnata in un progetto di ampio respiro che la vede collaborare con alcune autorevoli realtà in Cina.
Ha preso parte a numerose esposizioni in autorevoli sedi in Italia e all’estero. Solo per citarne alcuni: ad Amburgo evento promosso dalla Regione Sardegna, all’Università di Pisa, al Macro Testaccio di Roma, all’Art Moore House di Londra, all’Espace Le Marais di Parigi, all’EXMA di Cagliari, al MURATS museo del tessile Samugheo, Eachway Faschion Group, Shenzhen Cina.
Le opere di Maria Jole Serreli sono presenti in collezioni pubbliche, tra cui il Museo dinamico della seta di Mendicino, il Museo d’Arte contemporanea Each way art and fashion museum di Shenzhen – Cina, il Museo Del Bosco Della Silla, il Museo d’Arte Contemporanea Limen camera di commercio di Vibo valentia, al BoCS Art Museum di Cosenza, collezione in esposizione permanente e dell’archivio del Belt and Road Ceramics Expo Center di Rongchang, distretto di Chongqin Cina.
Testo critico
“Maria Jole Serreli è un’artista multidisciplinare che esprime la sua visione artistica attraverso una pluralità di linguaggi, spaziando dalla pittura alla scultura, all’installazione e alla performance. Opere caratterizzate da una forte relazione con i materiali, spesso realizzate con tessuti e oggetti d’epoca, ma anche a partire dalla rielaborazione di testi e parole, in una inedita e intima declinazione di poesia visiva.
Vivendo e lavorando in Sardegna, si è spesso ispirata alla sostanza arcaica e tradizionale del suo ambiente, traducendola in un’arte che adotta il concetto della vita domestica dando valore ai semplici oggetti quotidiani che risvegliano le memorie che ci uniscono ai nostri più cari affetti.
I suoi lavori comprendono vecchi tessuti domestici ricamati, fotografie, pezzi di legno e foglie, vecchi libri, antiche posate e finanche pennelli veri, il tutto assemblato in una composizione delicata e poetica, che ricrea la sensazione dell’energia vitale trasmessa dall’arte cinese Gionghi, usando inchiostro nero, tappeti bianchi sbiaditi e la consistenza organica e cruda del legno. Queste composizioni sono un invito alla meditazione e ad un mondo etereo, armonico e bilanciato, il che oggi rappresenta un messaggio interessante e originale. Sono omaggio alla memoria collettiva.
Alla fine del primo e più spiazzante lockdown, in una dimensione immersiva di grande impatto e suggestione, l’artista ha presentato differenti nuclei di opere, all’interno di ambienti ispirati alle stanze della casa-atelier di Marrubiu, profondamente connotata dal passaggio di esistenze femminili. In un momento storico così delicato, che ha sconvolto la percezione e la relazione con gli spazi, A casa mia avevo tre sedie ha saputo porsi come riflessione intensa, che scandaglia nel profondo, sull’idea di casa come sfaccettato, incoerente microcosmo, in cui albergano affetti e solitudini, vociare di amicizie ma anche silenziose inquietudini, rimpianti, sconfitte. Spazio di vincoli forti e altrettanto forti desideri di emancipazione, di conquista della libertà.”
_Simona Campus