Franca Sonnino
_The Thinking Hands
A cura di Paolo Cortese e Francesco Romano Petillo
A distanza di tre anni dalla grande antologica, organizzata in collaborazione con il MUACC di Cagliari questa esposizione, curata da Paolo Cortese e Francesco Romano Petillo, presenta al pubblico ateniese una selezione di opere che vanno dai primi anni ‘70 ad oggi e che restituiscono una chiara visione del percorso dell’artista romana, a giusto titolo considerata una delle madri della Fiber Art italiana.
Nei primi anni 70 Franca Sonnino realizza grandi tele dove con acrilico e tempera traccia linee, continue, tratteggiate o puntinate, che si intersecano e si sovrappongono, come in una fitta rete di trame e reticoli. Di pochi anni successivi sono i primi lavori dove l’artista sperimenta l’utilizzo di materiali provenienti dall’universo domestico e afferenti alla sfera femminile come filo, paillettes, merletto, tessuto. A mano a mano, il supporto della tela viene abbandonato e il filo prende il posto del pennello. Nei primissimi anni ’80 Franca Sonnino inventa il “filo solido”, un filo di cotone armato di filo di ferro, con il quale si accinge a disegnare il suo universo in 3D.
Vengono alla luce dei cicli importanti come quello dei Paesaggi, campi coltivati, tetti e paesi, quello dei Mosaici, superfici modulari di grandi dimensioni, le Trasparenze, telai sovrapposti in un gioco di suggestioni ritmiche. Ma i libri, singoli, in piccoli gruppi, o in grandi installazioni sono senz’altro uno dei soggetti preferiti dall’artista.
Un altro aspetto fondamentale del lavoro della Sonnino è l’utilizzo dell’ombra. Attraverso un gioco di vuoti e pieni l’artista crea delle architetture che invadono lo spazio ed entrano in relazione con esso attraverso le ombre che i loro profili creano.

Il titolo della mostra riprende un epiteto coniato da Marcello Venturoli nel 1980 e vuole sintetizzare il processo creativo di Franca Sonnino che durante l’arco di oltre 5 decadi è rimasto immutato. Seppure il lavoro parte da un’idea, quindi ha un’origine mentale e concettuale, viene poi portato avanti dalle mani guidate unicamente dall’istinto. Spiega infatti l’artista “Quando inizio un lavoro non so bene in che direzione si svolgerà e soprattutto quando sarà finito. Io non mi faccio domande, è un processo naturale che non è comandato dalla testa, ma piuttosto dall’istinto!”
La mostra è accompagnata da una pubblicazione con un testo di Franca Zoccoli, la seconda della serie Portfolio dedicata alle artiste della galleria.