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Mirella Bentivoglio

Metamorphosis

Artissima 2022 – Back to the Future

03 - 06.11.2022

Il progetto monografico “Metamorphosis”, a cura di Davide Mariani, è concepito per permettere di apprezzare, nell’anno del centenario della nascita, i momenti più significativi della poetica di Mirella Bentivoglio (Klagenfurt, 1922 – Roma, 2017), artista sensibile e visionaria, che ha svolto un ruolo da pioniera nelle ricerche verbovisive, a cavallo degli anni Sessanta e Settanta, secondo una selezione delle sue opere più rappresentative, realizzate in quasi cinquant’anni di attività, in grado di stimolare dialoghi e riflessioni su argomenti oggi più che mai attuali.

L’esposizione intende ripercorrere le tappe essenziali che hanno scandito l’itinerario artistico e curatoriale di Bentivoglio, a partire dalle sperimentazioni portate avanti dapprima nell’ambito della “poesia concreta”, in cui il senso è veicolato dalla forma della composizione di lettere e parole, come testimonia Storia del monumento (realizzato con Annalisa Alloatti nel 1968 e di cui un’edizione è esposta nella mostra “The Milk of Dreams” alla Biennale Arte di Venezia, 2022), e poi in quello della “poesia visiva”, caratterizzato dall’introduzione di slogan ed elementi visivi, come in Fiore Nero (1971). Qui l’opera, costituita da un assemblaggio di ritagli di giornale
dell’epoca riportanti la notizia dell’uccisione di un giovane afroamericano da parte di un poliziotto bianco, prende le sembianze di un fiore e vuole rappresentare un preciso atto di denuncia delle discriminazioni e delle disuguaglianze sociali. Il titolo è preso in prestito dalla didascalia, che illustra il corteo funebre ripreso nella foto posta a corredo dell’articolo, che recita: neri i vestiti, nera la bara, neri i cavalli, neri perfino i fiori.
In diversi lavori realizzati in quegli stessi anni, Bentivoglio indaga molteplici aspetti della società, ma è senza dubbio il dilagare del consumismo quello a cui rivolge una delle più sferzanti e dirette critiche, rinvenibili in opere quali Il cuore della consumatrice ubbidiente (1975), un’acutissima interpretazione del logo della coca cola, in cui sono coerentemente presenti consapevolezza e presa di distanza, legati col filo dell’ambiguità: «Notai che mettere specularmente le due ‘c’ unendole a formare un cuore – ed erano già pronte per la loro stessa forma a formare un cuore (io non ho cambiato nulla) –, l’ ‘oca’ veniva fuori da sé» dichiara Bentivoglio in una delle sue ultime interviste, in cui identifica nella “donna-oca” la principale alleata del consumismo.

Tra le differenti tematiche trattate dall’artista, vi sono infatti quelle di genere che, già a partire dai primi anni Settanta, sottolineano, attraverso sottili giochi linguistici, uno stato di subordinazione delle donne all’interno di un mondo, ivi incluso quello dell’arte, fatto a uso e consumo degli uomini. Accanto alle sperimentazioni portate avanti nell’ambito della poesia visiva, Bentivoglio si cimenta nella produzione di una serie di libri-oggetto che, sotto varie declinazioni, ritorneranno durante tutto il suo percorso. Gradualmente l’artista si rende conto che anche il libro, in qualità di oggetto, può esprimere un linguaggio universale.

L’intera vicenda artistica di Mirella Bentivoglio può quindi essere ben raffigurata attraverso l’azione, tanto concettuale quanto materiale, del “rompere” per “costruire” o “ri-costruire” al fine di trasformare e voltare di senso i rapporti che conducono alla forma, in una sorta di continua e costante metamorfosi, come risulta da opere come “Il simbolo inciso nell’inconscio” (1992), tratto da un dipinto di Nori De’ Nobili, “Ragazza con serpente” (1964), che vede il volto della giovane trasformarsi progressivamente in un uovo con serpente o in “Danza macabra” (1995), in cui le cinghie della sedia elettrica si tramutano nelle silhouette di due oscuri personaggi ripresi in quello che l’artista definisce come un lugubre balletto. Durante il suo lungo percorso creativo, Mirella Bentivoglio ha di fatto “rotto” parole, espressioni, schemi e concezioni, con l’intento non solo di dare vita a nuove interpretazioni ma, soprattutto, di svelare il senso profondo della natura e della cultura, aggiungendo, di volta in nuova, nuovi punti di vista e livelli di lettura alla realtà che ci circonda.