Greta
Schödl
Biografia
A Bologna dalla fine degli anni 50, parte da esperienze tessili e, attraverso esercizi grafici, incontra la calligrafia. Passando dal segno grafico a elementi più liberi, oscillazioni e vibrazioni del tratto, arriva a indagare i comportamenti del filo e, attraverso questo strumento, il significato profondo dell’esistenza femminile. Utilizza supporti cartacei o tessili, dove letteralmente tesse le sue parole.
L’accento del suo lavoro però non è limitato all’elemento verbale ma piuttosto alla sua sistemazione all’interno di uno spazio ben definito e al rapporto che crea con il supporto utilizzato. Il suo lavoro fa da sfondo a un ritmo che, attraverso piccoli segni in oro, evidenzia la relazione che si crea tra l’artista e l’oggetto. Considerata una delle più importanti artiste di poesia visiva, ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1978 e a numerose e importanti esposizioni nazionali e internazionali.
Testo critico
“Mi sembra evidente che tutta la ricerca portata avanti da vari anni da Greta Schödl parte dall’analisi del segno nel suo significato analogico di riferimento al lavoro femminile svolto col filo.
‘Dal segno grafico – essa scrive, infatti – sono passata a segni più liberi, fino a trovarmi ad analizzare vibrazioni ed oscillazioni eseguite con tratti continui su superfici piane, poi ad indagare particolari comportamenti del filo.’ Si presenta quindi, la sua ricerca, con caratteristiche particolari, univoche, che quasi parafrasano, simbolicamente, il significato più profondo dell’essere nel mondo e nella vita, da parte della donna, nel senso che si svolge come un progressivo, lento, sottile irretimento del mondo nella trama della sua più profonda femminilità. Ciò che significa tutto un particolare carattere di intelligenza, di amore, di attaccamento, di intensità di dedizione al vivere quotidiano, anche attraverso le “cose” che lo permeano. Caratteristiche femminili di tradizione millenaria, ma anche da riscoprire e riconsiderare secondo nuove prospettive (…)”
_Lara Vinca Masini